Ciò che mi piace di questo progetto 5.30 Scuola

Oggi ho partecipato all’allenamento delle studentesse. Gli adulti eravamo io, Sabrina Severi e il prof Roberto Bicego. Le operazioni preliminari hanno riguardato la misurazione del peso di una ragazza, assente la volta scorsa, e le ultime prove delle taglie, per le tute che dovranno essere ordinate e personalizzate, poi… si parte, di passo spedito, verso il Parco Londrina.
Ciò che noto subito è la loro postura dirittaspalle rilassate ma appese al cielo, come ricorda Sabrina mentre ci aqqiamo verso il punto ufficiale di partenza dell’allenamento. Il prof Bicego dà le istruzioni per un giro singolo di passo veloce poi, un doppio giro un po’ di passo e, per chi se la sente, un po’ di corsetta leggera.

Una cosa che mi piace è che qui non si parlerà mai di ripetute o di grandi obiettivi sportivi perché il fine sarà riprendere confidenza con il proprio corpo, riconoscere che siamo stati fatti per muoverci e cominciare a sentirsi più in forma e, perché no, più belle. E, a vederle sembrano già belle adesso, nell’avere accettato questa sfida mettendosi in gioco. Sono un gruppo variegato che tutto può rappresentare, ma non certo di chi si sta allenando per le Olimpiadi eppure, proprio in quest’armonia che conquisteremo insieme, sta la bellezza di queste studentesse. Le abbiamo rese partecipi che questo è un progetto osservato da tutta l’Italia, che sono le prime e saranno di esempio per quelle che verranno dopo di loro, non solo a Modena ma anche in altra città.

Si parla di una loro amica che non riuscirà purtroppo a conciliare gli orari dei nostri allenamenti con quelli della corriera che la riporta a casa ma, caparbia, ha detto loro che continuerà da sola per essere pronta il 5 giugno, per la 5.30. Il prof Bicego mi dice che la lista di attesa per essere ammesse al gruppo si allunga ogni giorno di più. Il gruppo continua a camminare, si allunga poi si ricompatta; con i primi segni della fatica, la postura richiede più impegno per essere mantenuta ma la punta dei piedi non merita comunque di essere guardata e, allora, spalle rilassate ma appese al cielo, come dice Sabrina… e si va…

Resoconto di Francesca Grana.
Pubblicato su www.correre.it